Blog aziendale: a cosa servono e come realizzarlo
Il blog: un vero e proprio “caro diario” virtuale in cui scrivere pensieri, opinioni, fatti e commenti per condividerli con gli altri internauti. Ma non è tutto: il blog è diventato nel tempo uno strumento fondamentale a disposizione delle aziende per migliorare SEO, reputazione del brand, customer care e perfino il fatturato influendo sulla customer journey. Come? Lo scopriremo nel corso di questo articolo.
Partiamo da un dato che, in tutto questo quadro, fa veramente impressione: ad oggi in rete esistono oltre 500 milioni di blog. Ha dunque senso buttarsi nella mischia e aprirne uno?
IL BLOG AZIENDALE (O CORPORATE)
Proviamo, con una metafora, a immaginare il sito aziendale come l’ufficio principale, dove tutto al suo interno riflette prestigio, ordine, identità pubblica e mission aziendale. Adesso, proviamo a immaginare il blog aziendale come il bar all’angolo dietro l’ufficio, un luogo caldo e accogliente dove le persone che lavorano e vivono l’azienda ogni giorno si prendono una pausa e fanno quattro chiacchiere sbottonandosi il colletto e diventando un po’ meno formali. Relax dunque, ma sempre senza uscire dall’argomento business… D’altronde di cosa si parla con i colleghi al bar se non di lavoro?!
Dunque, questo è l’aspetto principale di un blog aziendale nonché la chiave del suo successo: essere vicino alle persone, mostrare un volto più umano e amichevole dell’azienda, mettersi a tu per tu con il cliente creando un rapporto più vero e diretto, aprire un dialogo con le persone che sia a doppio filo.
PERCHÉ APRIRE UN BLOG AZIENDALE?
I motivi sono diversi e molteplici, ma vediamo di riassumere i principali:
Il blog è tuo! Quando sono arrivati i social network, Facebook in primis, in molti hanno abbandonato il proprio blog senza considerare un punto fondamentale: sui social siamo ospiti e basta che venga cambiato un algoritmo che tutto il tuo lavoro può sfumare. Ciò non significa che i blog non rispondano a nessuno: c’è Google e c’è la SEO, ma il dominio è di tua proprietà e hai sicuramente una maggiore possibilità di sperimentare e di decidere le tue regole del gioco.
Si adatta ad ogni argomento. Non esiste un qualcosa che non sia adatto per un blog, né a livello di personal branding, né a livello di business. Anzi, aiuta entrambi in modo molto efficace.
Genera traffico. Il blog porta utenti sul sito e, se sei in gamba, li traghetta sulle pagine social e viceversa, aumentando visibilità e contatti. Non solo: aumenta l’autorità su Google e migliora le posizioni nella SERP delle parole chiave che ti interessa spingere. Hai mai pensato di utilizzarlo in combinata a un e-commerce? Ti sorprenderebbe.
Crea community. Se ben fatto, il blog ti porterà la fiducia dei tuoi lettori e ti porterà ad avere un posto di riguardo nella comunità online di riferimento che interagirà con te. Utilizzalo per instaurare relazioni di fiducia e la reputazione, tua o del brand, ne beneficerà a lungo.
Monetizza. Il blog è un business e con le piattaforme di digital advertising puoi facilmente ottenere dei benefici economici da ciò che scrivi. Pensa solo a Google AdSense o a tutte le altre pubblicità online che puoi inserirvi con poco sforzo e molta resa!
EVOLUZIONE DEL BLOG: LA TIMELINE DI UN FENOMENO
Ma com’è nato il blog? Da quando esiste? I punti fondamentali della sua storia avvengono tra il 1994 e il 1997. Ecco una breve timeline di questo fenomeno comunicativo e sociologico.
1994 – Justin Hall crea Links.net, un sito web personale dove condividere i suoi pensieri e raccontare della propria vita. È il primo blog della Storia e Justin Hall non ha la minima idea della moda che ha appena lanciato.
1997 – L’americano Dave Winer realizzò un software che permetteva la pubblicazione dei proto-blog. Nello stesso anno Jorn Barger conia il termine “weblog”, dando un nome specifico a quelle che finora erano chiamate “pagine personali” o “diari online”. Barger era appassionato di caccia e pubblicava, attraverso la propria pagina, link relative alle novità del suo hobby.
1998 – Nascono le prime piattaforme dedicate. Tra il 1998 e il 2001 prendono vita Open Diary, Live Journal, Xanga, Blogger, che permettono anche di commentare i post.
1999 –Peter Merlhoz propose l’abbreviazione “blog”.
2002 – Viene lanciato Blogads per connettere advertiser e publisher. Dopo poco arriva anche Google AdSense.
2003 – Nascono MySpace e Wordpress. Iniziano il live blogging e il cyberjournalism. Il confine tra blog e stampa tradizionale inizia a farsi meno netto.
2005 – viengono lanciati YouTube e MSN Spaces.
2006-2007 – Nascono Twitter e Tumblr per il microblogging.
2010-2012- Nascono Quora e Medium.
2016 – Wordpress lancia il dominio .blog
FARE BLOGGING NEL 2020
Tornando alla nostra domanda, se ha senso buttarsi nella mischia dei blog, la risposta è “sì, MA”. Sì, ma devi avere le idee chiare su cosa vuoi raccontare e su come lo vuoi raccontare. Sì ma, devi conoscere gli strumenti giusti per fare bella figura agli occhi di Google e nelle Serp. Sì, ma devi padroneggiare tutte quelle piattaforme e quei tool che ti consentono di avere esattamente il prodotto che vuoi come lo vuoi. Sì ma, devi mettere in gioco, studiare la concorrenza, osare e sperimentare.
Vuoi ulteriori informazioni? Contattaci e ti aiuteremo a capire come fare il tuo blog aziendale e quali benefici ti porterà!